La Notte dell'Inferno

Era notte fonda quando Rick Grimmer andò a dormire.

La notte oscura avvolgeva ormai completamente la casa in cui viveva con i suoi amati genitori. Rick aveva sempre avuto paura del buio, ma quella notte fu diverso. Avvertì una strana sensazione quando entrò nel caldo nel suo lettino, una sensazione di paura ma allo stesso tempo di gioia incontenibile.

Qualcosa di inspiegabile. Di macabro. Di folle.



Rick dormiva già da un paio d’ore quando si svegliò di soprafanno. Pensando all’incubo che aveva appena interrotto, fu percorso da un lungo brivido di terrore lungo tutta la sua giovane schiena. Decise allora, per smorzare la tensione, di scendere in cucina e bere un bicchiere di limonata fresca.

Appena giunto vicino al frigorifero udì un sussurro in lontananza. Rick si voltò di scatto ma non vide nulla. Era ancora molto scosso a causa di quello strano incubo. Si bevve un bel bicchiere di limonata e si diresse verso le scale per ritornare nella sua cameretta. Appena giunto al secondo gradino, però, intravide qualcosa, qualcosa di terribile in cima alle scale: era una figura misteriosa completamente avvolta nell’oscurità, con due occhi rosso fuoco, unico punto di luce che emanava quella inquietante creatura, e ben quattro corna nere che le spuntavano dalla testa. Impaurito, mentì a sé stesso domandando cauto: «Mamma? Papà? Sei tu?»

Nessuna risposta. La figura rimase immobile, non si mosse di un millimetro. Rick, a questo punto, sempre più terrorizzato ma allo stesso tempo incuriosito, decise di salire e capire cosa stava succedendo.
“Sarà un altro scherzo della mia maledetta fantasia” pensò, mentre saliva lentamente le scale.
Non poteva immaginare quanto si sbagliasse.

Giunto ad un paio di metri di distanza da quegli occhi rosso fuoco si bloccò. Non riusciva ad andare avanti né a smettere di fissare la strana figura. Una sensazione mai provata prese possesso del suo giovane corpicino. In quel preciso istante realizzò cosa doveva fare: sterminare tutta la sua famiglia!

Non riusciva a capire il perché di quella voglia frenetica di uccidere i suoi cari, ma non poteva resistervi. Era come se quegli occhi gli avessero imposto un compito, a cui lui doveva assolutamente adempiere.
Rick, a quel punto, scese di nuovo in cucina, stavolta non per prendere una semplice limonata, bensì uno dei coltelli da tacchino della madre Francis.

Un grosso coltello affilato faceva capolino dai pantaloni di Rick mentre risaliva le scale. Stupito notò che la figura era scomparsa, come se avesse portato a termine il compito per cui era venuta.
Rick, a quel punto, entrò di soppiatto nella camera dei suoi genitori, afferrò il coltello e si avvicinò al letto mestamente. Mentre avanzava nell’oscurità, accidentalmente urtò una lampada.

Crash!

Il rumore svegliò all'istante il padre Ron, mentre la madre continuò a dormire rigirandosi nel letto. L'uomo accese la luce e si trovò davanti il figlio con un coltello in mano pronto a colpirlo.

«Cosa fai Rick?» esclamò terrorizzato il padre. «Cosa hai intenzione di fare?» urlò.
«Mi dispiace papà» rispose il ragazzino addolorato per quello che stava facendo. «Ma non riesco a fermarmi...»
A quel punto sferrò un colpo dritto al cuore uccidendo suo padre. Poi fu la volta della madre, questa volta con ben tre coltellate assestate in pieno petto.

Uccisi i genitori rimaneva solo il fratello maggiore, che si trovava nella stanza accanto.



Rick si incamminò nel buio corridoio per portare a termine la sua folle missione omicida. Arrivato nella camera di Isaiah, notò con sua grande sorpresa che non era nel suo letto. Si chiese dove potesse essere alle quattro del mattino. Non potendo lasciare la sua missione incompiuta, decise di esplorare tutta la casa fino a quando non lo avesse stanato.

Cercò nei bagni, in cucina, in soffitta, ma non c’era traccia di Isaiah. Rimaneva solo un posto dove cercare, e non poteva essere che lì: il garage.

Rick si incamminò con fare minaccioso verso la porta della cucina che portava in garage, abbassò la maniglia ed entrò cauto. Il buio avvolgeva tutto l'ambiente, si intravedeva solo il tavolo da lavoro del padre illuminato dalla flebile luce del lampione in strada che passava attraverso una piccola finestrella. Rick iniziò la sua folle ricerca. Mentre esaminava ogni angolo, ogni possibile nascondiglio, pensava al motivo per il quale il fratello si fosse nascosto. Aveva forse assistito alla prima strage? Oppure aveva sentito la necessità di scappare per qualche motivo? A Rick non importava, voleva solo trovare Isaiah ed ucciderlo.

Dopo aver esaminato in lungo e in largo il garage decise di provare a vedere sotto l’automobile del padre parcheggiata nel mezzo della grande stanza.
Rick si chinò tenendo ben stretto il coltello in mano, e sbirciò sotto l’auto. Con sua grande sorpresa intravide il fratello, accovacciato sotto la macchina con un grande libro nero in mano.
Rick stava per colpire a morte suo fratello quando tutt’a un tratto si bloccò. Non riusciva più a muovere la mano con cui impugnava il coltello. A quel punto il fratello esclamò: «Hai compiuto la tua missione, ora puoi posare il coltello!»
Rick, non sapendo cosa stava facendo, posò il coltello a terra e continuò a fissare suo fratello. Isaiah sussurrò: «Finalmente sono riuscito a compiere la mia vendetta, ma sei stato tu a portarla a termine, e quindi solo tu ne pagherai le conseguenze!»
Rick sobbalzò: «Cosa? Quindi sei stato tu che mi hai costretto a fare tutto ciò!» disse in tono sconvolto.
«Esatto!» esclamò Isaiah. «Grazie ad un incantesimo ho preso possesso della tua mente e ti ho fatto fare ciò che volevo fare da molto tempo: uccidere mamma e papà!»
«Ma perché, cosa ti avevano fatto?» chiese Rick disperato, mentre notava che il libro che teneva in mano Isaiah trattava di magia nera.
«Cosa mi avevano fatto?» sbottò il fratello. «Loro mi odiavano, amavano soltanto te! Il mio piano è perfetto in quanto con questo incantesimo loro non sono stati gli unici a pagare con la loro morte, ma anche tu lo farai! Poco fà ho chiamato il 911 e la polizia sarà qui a momenti! Finirai sulla sedia elettrica bello!» sghignazzò con tono malevolo.
«Come…» disse Rick piangendo. «Come hai potuto?»

In quel preciso istante la saracinesca del garage si aprì di colpo, inondando di luce la stanza, e tre persone si fiondarono all'interno. Una di loro si diresse subito verso Rick seduto a terra e raccolse il coltello con i guanti porgendolo ad una ragazza. «Cosa hai fatto?» chiese al povero Rick «Abbiamo trovato i tuoi genitori in camera da letto, li hai uccisi tu!»
Quelle parole furono di un peso incredibile per Rick, sconvolgendolo per sempre.

«Non sono stato io!» esclamò sconvolto. «È stato mio fratello! Mi ha costretto lui!» disse indicandolo.
Una ragazza si avvicinò al poliziotto e le sussurrò qualcosa nell’orecchio.
«Ci sono le tue impronte sul coltello» disse il poliziotto rivolto a Rick. «Li hai uccisi e adesso pagherai! Sei da poco maggiorenne e quindi la pena di morte non te la toglie nessuno!»
Rick, disperato, si rivolse al fratello: «Come hai potuto!» urlò con quanto fiato aveva in gola. Isaiah sorrise e disse: «Li hai uccisi e ora devi pagare!»

A quel punto Rick capì che era finita. Sarebbe stato condannato a morte per l’omicidio dei suoi genitori. La sua giovane vita appena cominciata era finita nel più terribile dei modi immaginabili.

Se posso darvi un consiglio, d’ora in poi state molto attenti. Se di notte vi svegliate a causa di un brutto incubo, non alzatevi dal letto! Potreste pentirvene per il resto della vostra vita!