Il nuovo membro

Wisconsin. Manicomio di MADHOUSE.

Il manicomio di MADHOUSE, nel Wisconsin, era diverso da tutti gli altri. Edificato da talmente tanto tempo che neanche l’attuale direttore ricordava, vantava una rinomata ammirazione per i metodi rivoluzionari che erano adottati al suo interno. Era costituito da quattro piani, ognuno dedicato ad un settore specifico dell’ospedale: al primo erano presenti la reception con annessa sala d’attesa, ed alcune stanze, tra le quali il laboratorio specializzato in analisi del DNA; al secondo piano, accessibile grazie ad un enorme rampa di scale, si trovavano altre stanze. Una di queste era la famosa 'Stanza Rossa', soggetta di alcune leggende all’interno di MADHOUSE. Il terzo piano infine, il più pericoloso in termini di sicurezza, era quello adibito alle celle speciali e d’isolamento, destinate ai pazienti più irrequieti e problematici.

MADHOUSE era ufficialmente costituito solo da questi tre piani, in quanto il quarto ed ultimo piano, veniva utilizzato da un limitato numero di medici altamente specializzati. Difatti era l’unico piano accessibile unicamente tramite un ascensore con codice segreto. L’equipe del SETTORE-7 di MADHOUSE, l’unica ad aver accesso al quarto piano, aveva ottenuto numerosi riconoscimenti in ambito medico-scientifico, nel campo della riabilitazione dei così detti malati mentali.

I medici del SETTORE-7, in codice S-7, erano convinti di poter far regredire il cervello umano fino alla sua formazione, annullando così qualsiasi istinto violento e riabilitare il soggetto per un successivo reinserimento in società. Una sorta di reset cerebrale indotto, come amavano definirlo.

MADHOUSE non era un manicomio come tutti gli altri, era molto più simile ad un ospedale, che ospitava però pericolosi criminali. Erano pochi i casi in cui venivano usate camice di forza e isolamenti forzati. «Eccoci ora nella parte centrale della struttura» disse Joshua Robins, uno studente di medicina che si manteneva gli studi facendo da guida agli specializzandi in psichiatria proprio a MADHOUSE. «Ehi Joshua!» esclamò uno studente rivolto al ragazzo. «Secondo me dovresti venirci a stare definitivamente in questo posto!» Il gruppo scoppiò in una timida risata, ma Joshua non ci fece caso. Era abituato a battute di quel genere, dato che lavorava lì da ormai quasi un anno.

Proprio in quel momento il dr. Richard Kevinson passò accanto al gruppo, squadrando Joshua, per poi allontanarsi verso l’entrata del suo studio. Joshua si sentì ghiacciato nel momento in cui incrociò lo sguardo del dr. Kevinson, riconosciuto come uno dei primi membri del S-7 nonché uno degli artefici del reset mentale.

Dopo un’altra ora, Joshua potè finalmente staccare e ritorare a casa. Non poteva immaginare che di lì a poco sarebbe entrato a far parte di qualcosa di unico.

Qualche giorno più tardi, Joshua Robins, dopo aver finito gli esami di metà semestre, ritornò a MADHOUSE per far visita al dr. Kabowsky, uno psichiatra di origini russe, ritenuto responsabile della tortura psichica di più di cento soldati tedeschi durante la seconda guerra mondiale. ‘Un tipo interessante’ amava definirlo Joshua. Anche il dr. Kabowsky era nell’equipe del S-7. «Salve dottore!» esclamò Joshua appena intravide l’uomo, accomodato su un divanetto della reception. «Ehilà Joshua! Oggi non è il tuo giorno libero?» chiese lui sorpreso di vedere il ragazzo lì in giro. «Sì» rispose sedendosi di fronte al medico, «ma dato che ho finito gli esami ho pensato di venire a fare una visitina al mio ospedale preferito». Entrambi sorrisero. «Tu non hai molti amici vero Joshua?» chiese secco Kabowsky. «Bè…» esitò il ragazzo alquanto imbarazzato, «in realtà no… ho pochi amici. Diciamo che attualmente mi sto dedicando più allo studio» concluse. «Bene» disse il dottore abbozzando un sorriso. «Sai che ho grandi progetti per te, vero?» chiese. «Si, è già un po’ che me lo ripete» rispose Joshua con una vena d’imbarazzo. «Non appena ti sarai laureato, verrai a lavorare per me. Anzi… con me» si corresse Kabowsky. «Abbiamo bisogno di nuove leve per poter sviluppare al meglio la nostra ricerca. Anche se siamo a buon punto, credo che ci faresti comodo». «Bene, sono contento» disse il ragazzo. «Spero di laurearmi entro novembre con il massimo dei voti». «Lo spero bene» affermò il dottore, «con il massimo dei voti. Ricorda: ho grandi progetti per te». Joshua annuiva, senza sapere in realtà quello che gli aspettava.

Dopo svariati anni di studio, Joshua Robins era finalmente un dottore in medicina. Era felice, non solo per la laurea, ma anche perché sapeva di avere già un posto assicurato insieme a grandi scienziati che tutti, lui per primo, ammiravano. Dopo aver fatto un breve colloquio formale con l’equipe del S-7 al completo, venne subito iniziato: gli venne consegnato il camice con il suo nome e la tabella degli esperimenti giornalieri. “Noi faremo grandi cose insieme” aveva detto uno dei medici durante il colloquio, “siamo stati scelti per migliorare questa società, per dargli nuova vita rimettendo in circolo elementi che prima erano ritenuti pericolosi. Benvenuto a bordo, Joshua!” Un applauso aveva echeggiato nella sala.

Joshua era finalmente un membro del famoso S-7 di MADHOUSE. Adesso poteva finalmente iniziare a lavorare. Non avrebbe mai pensato, che un giorno, si sarebbe amaramente pentito di quello che stava per fare.