Un'altra chance

MADHOUSE. Un martedì.

Il paziente numero 0099, Donald Lowell, era stato di nuovo internato. Si trovava nella sua camera da giorni, ancora sotto l’effetto della morfina che lo avrebbe fatto dormire per molto tempo.

Gli amici di Lowell, venuti a conoscenza dell’accaduto, decisero di fare la riunione del martedì anche senza di lui. Gli avrebbero raccontato durante una riunione successiva cosa si sarebbero detti quel giorno.

La Stanza Rossa, occupata per la prima volta da soli tre pazienti, vedeva Kenny Portland fremere in attesa di sentire il racconto della dolce Trinity Shadow.

«Prima di iniziare» disse la ragazza agli altri due, «volevo chiedervi una cosa: dopo quel che è accaduto a Donald, voi siete ancora sicuri di voler continuare?» «Personalmente si» rispose Kenny, togliendo la parola a Malcolm, un attimo prima che aprisse bocca. «Abbiamo preso un impegno e conoscevamo i rischi. E poi…» continuò, «Kevinson mi ha detto che è stato un errore da principiante, sapete di quel ragazzo… come si chiama…» «Robins» rispose Malcolm. «Joshua Robins. Un neolaureato in medicina che ora fa parte dell’equipe». «Sì, lui» riprese il discorso Kenny. «Ha fatto un dosaggio sbagliato e il cervello di Donald è andato in tilt. Comunque…» disse ritornando alla domanda fatta da Trinity, «io sono felice di essere ritornato una persona normale». Malcolm annuì, confermando quanto detto. «Se interrompessimo la cura ora, perderemmo tutto, e saremmo internati definitivamente senza via d’uscita. C’è stata offerta una chance, Trinity, per rimetterci in gioco. Non voglio perderla per nessun motivo al mondo» concluse.

La ragazza, soddisfatta della risposta del suo atletico amico, si mise comoda ed iniziò a parlare: «La mia storia è ambientata a Seattle…»

«Seattle…» sussurrò Malcom «…splendida città».