Incontro al quarto piano

Jefferson City. Molto tempo prima.

«Che cosa? Voi siete completamente pazzi! Non si può fare una cosa del genere. Sarebbe un suicidio politico per me e i miei collaboratori! Se i miei elettori venissero a sapere una cosa del genere sarei morto… politicamente parlando. Non posso darvi la mia autorizzazione, assolutamente. Consideratelo un ‘no’ definitivo, e non voglio vedervi mai più!»

Furono queste le esatte parole pronunciate dal senatore Rowell Palace quando due psischiatri di alto livello, considerati tra i massimi esponenti mondiali nel loro campo, proposero una rivoluzionaria idea sperando di ottenere un finanziamento. Le cose non andarono esattamente come sperato, ci fu quindi da risolvere un problema in più.

Il piano architettato dai due medici, insieme ad altri noti colleghi, piano che loro definivano 'storico', doveva essere a conoscenza di una ristretta cerchia di persone. Dato l’alto rischio, e la poco affidabile procedura che l'attuazione del piano prevedeva, chiunque ne fosse stato a conoscenza avrebbe dovuto necessariamente condividerlo nella sua interezza, senza nessuna remora. Non potevano permettersi che qualcuno divulgasse liberamente quello che avevano stabilito, soprattutto se si trattava di un senatore del Congresso degli Stati Uniti d'America.

Fu questo il motivo per cui una fredda mattina di inverno, un vecchio pescatore ritrovò sulle rive del fiume Kaslaw nel sud-ovest del Wisconsin, il corpo di un uomo di media statura vestito con abiti eleganti, con ancora la cravatta al collo, identificato in seguito dalle autorità come il senatore repubblicano Rowell Palace. Non c’erano indizi su come e su chi avesse ucciso l'uomo, ed erano sconosciute le motivazioni di tale gesto. Il senatore Palace era riconosciuto come uno dei più onesti rappresentanti del popolo americano. Nessuno poteva immaginare che proprio tale onestà gli costò la vita.

MADHOUSE. Oggi.

Il quarto piano di MADHOUSE era in disuso ormai da anni. Nessuno aveva l’autorizzazione ad entrarvi, se non quattro medici specifici, che guarda caso erano i membri del rinomato SETTORE-7.

Il tecnico del gruppo, il dr. Robeus Morty, aveva ricevuto comunicazione dal suo stimato collega Serghey Kabowsy, di abilitare un nuovo nominativo nei codici di apertura delle porte del quarto piano: quello del giovane dottore Joshua Robins, oramai membro effettivo del S-7. La stanza numero quindici di quel piano era adibita alle riunioni del gruppo ed alla pianificazione giornaliera del lavoro da svolgere.

Già da qualche minuto, si udivano delle voci provenire dal suo interno. «Do ufficialmente inizio alla prima riunione del nuovo SETTORE-7, con il nostro membro aggiunto Joshua Robins» cominciò il dr. Kabowsky, in piedi di fronte agli altri medici, seduti tutti attorno ad un enorme tavolo rotondo. Un timido applauso risuonò nello stanzone quasi vuoto, fatta eccezione per alcuni scaffali stracarichi di scartoffie. «Grazie a tutti» intervenne Joshua. «Sono felice di far parte di questa squadra». «Bene» disse il dr. Morty. «Anche noi». «Bando ai convenevoli» li interruppe il dr. Sonny Mitchell, il più anziano del gruppo, «iniziamo subito. Abbiamo molto lavoro da svolgere. Allora io proporrei…» «Scusa Sonny» s’intromise Kabowsky. «Credo che come prima cosa dovremmo spiegare il tutto al nuovo arrivato» disse rivolgendo uno sguardo a Joshua. «Concordo con te sul fatto che abbiamo molte cose da fare, ma non credo sia un problema prenderci del tempo per riepilogare il tutto al ragazzo. Credo sia un bene per lui ma anche per noi, come squadra». Tutti gli altri annuirono; anche Mitchel, conosciuto per la sua estrema professionalità, si rimise seduto. «Ok» iniziò Kabowsky. «Preparati Joshua, perché quello che ti dirò quest’oggi in questa stanza deve rimanere tra noi. Pena l’esclusione dal gruppo». «Certo» rispose Joshua come se fosse scontato. «Bene» disse il medico d’origni russe. «Meglio essere chiari fin dal principio».

In quell’istante calò il silenzio più assoluto, rotto solo dai respiri dei presenti. «Il SETTORE-7» cominciò a spiegare Kabowsky incamminandosi per la sala, «sicuramente lo avrai già sentito nominare, e forse sai anche cosa facciamo qui» azzardò. «Non con precisione» rispose onestamente il ragazzo. «Te lo spiegherò io» disse prontamente. «Durante la Seconda Guerra Mondiale, gli infimi tedeschi erano in forte vantaggio sulle forze alleate. Lo sai perché?» Joshua fece di no con la testa. «Perché erano più spietati di noi» continuò. «Erano cattivi, istigati alla violenza. Le loro truppe erano vere e proprie dispensatrici di morte che bramavano per combattere. Venivano addestrati per questo da molti anni prima. Poi, miracolosamente, con molta fatica siamo riusciti a batterli, a sconffiggere l’impero nazista e ristabilire la pace nel nostro mondo. La storia ci dice che lo sbarco sulle coste della Normandia il sei giugno del quarantacinque abbatté definitivamente l'egemonia bellica tedesca, ipotecando la nostra vittoria che sarebbe arrivata solo qualche mese più tardi. Non bisogna credere sempre a quello che si dice. Secondo te una macchina da guerra come quella tedesca, poteva mai essere abbattuta con un intervento, seppur colossale, come lo sbarco in Normandia?» Joshua non rispose, sapeva che era una domanda retorica. «Assolutamente no» si rispose Kabowsky, girando attorno al tavolo con le braccia incrociate, come un professore che spiega la lezione alla sua classe. «Siamo stati noi, o meglio, i nostri predecessori a ribaltare la situazione durante la Seconda Guerra Mondiale».

Joshua non sapeva se credere a tutto quello che sentiva, ma decise di parlare solo quando il racconte fosse concluso. «Il SETTORE-7 si chiama così non perché ci piace il numero sette, caro ragazzo… ma perché noi ne rappresentiamo la settima generazione. Sin dai primi anni del novecento, alcuni sedicenti medici, uniti ad alcuni alchimisti, professavano di riuscire a controllare la mente umana. Loro furono i primi, allora ancora comandati dal Governo. Ci tengo a dire, che noi siamo completamente autonomi, nessuno sa della nostra esistenza e così deve continuare ad essere». I quattro medici annuirono, confermando quanto detto dal collega. «Comunque» riprese pronto Kabowsky, «come ti ho detto noi rappresentiamo la settima generazione. La quinta generazione, quella in attività proprio negli anni del secondo conflitto mondiale, arrivò con fativa a dei risultati stupefacenti, proprio nell'abito del controllo della mente umana. Loro però, a differenza dei colleghi che li avevano preceduti, si spinsero oltre. Non solo gli interessava controllare il nostro cervello, bensì manipolarlo fino a tal punto da farlo regredire... o addirittura progredire. È proprio ciò che il Governo di allora chiese di fare ai soldati tedeschi, per renderli quindi inoffensivi. È questo il vero motivo per il quale le forze alleate vinsero la guerra: noi riuscimmo ad azzerare la voglia di combattere, la pazzia, la violenza indiscriminata, in un numero consistente di soldati tedeschi, anche in alcuni stretti collaboratori del fürher.» «Quindi avete già raggiunto il vostro scopo» lo interruppe Joshua. «Non esattamente» disse Kabowsky, sedendosi al suo posto. «Altrimenti non saremmo qui. Vedi, in effetti abbiamo ottenuto risultati sorprendenti, ma c’è ancora un piccolo problema che ci separa dalla vittoria finale: il nostro processo regredisce si il cervello umano alla fase da noi desiderata, ma alla presenza del più piccolo avvenimento, della più banale frase, di un insignoficante sentimento, il procedimento decade e riporta il cervello allo stato precedente».

Joshua si mostrò perplesso. «Ti farò un esempio» disse Kabowsky leggendo il dubbio nel volto del ragazzo. «Poniamo che un assassino psicopatico inizi la sua serie d’omicidi come conseguenza di un dolore provocato da una delusione d’amore, la più frequente causa di schizofrenia: la sua ragazza lo lascia, lui non lo accetta e quindi la uccide. In seguito, per sfogarsi, uccide anche i suoi parenti divenendo un vero e proprio serial killer». «Ora noi, con le conoscenze attuali, siamo in grado di riportare il cervello del soggetto allo stato precedente il suo abbandono da parte della sua ragazza. Il problema nasce quando lo stesso soggetto, rivive quella stessa situazione. In realtà, ricade nello medesimo errore riportandolo ad uccidere di nuovo. Abbiamo già individuato la causa di ciò: risiede nella zona oscura del cervello umano, chiamata in gergo malleulus, vale a dire la zona dove risiedono le nostre emozioni e la nostra coscenza, ciò che ci forma come persona. La nostra anima, oseri dire». Tutti ascoltavano in silenzio. «Quindi, anche facendo regredire il cervello umano, i nostri ricordi, le nostre emozioni, ovvero noi stessi, permangono riformando di nuovo, nelle stesse condizioni, le stesse sensazioni, che in questo caso riportano il soggetto ad uccidere di nuovo. In sostanza non possiamo cambiare noi stessi» azzardò Joshua, concludendo il discorso di Kabowsky. Quest’ultimo sorrise e disse: «Vi avevo detto che era un ragazzo speciale. Ci hai preso in pieno. Il nostro scopo ora è quello di manipolare il mmalleulus, per ricreare una persona completamente nuova». «Forte!» si lasciò sfuggire. «Sì» confermò Kabowsky. «Davvero forte. Vedrai quando ti mostreremo il procedimento».

Il SETTORE-7 concluse la riunione del giorno e tutti tornarono allavoro. Joshua Robins, dopo quella riunione si sentiva diverso. Sapeva di far parte di qualcosa d’importante, qualcosa che avrebbe potuto cambiare il mondo: niente più criminalità, solo il giusto, annullando la parte malvagia dell’essere umano. Un vero paradiso sulla nostra Terra.

Non poteva però immaginare che tutto ciò che aveva appreso quella sera, sarebbe stato usato per tutt’altri scopi.