I Portland. Una famiglia al limite della perfezione. Il padre di casa, Jerry Portland, era un’uomo rispettato da tutta la comunità di Jefferson City, nel Wisconsin. Sua moglie Clara passava le giornate a badare alla casa e al loro unico figlio, il piccolo Kenny. La loro vita scorreva tranquilla, come un bel film col lieto fine.
Tutto cambiò, però, quando Kenny, all’età di circa sedici anni, fu testimone di qualcosa che lo sconvolse per sempre. Jerry aveva sempre raccontato al figlio di lavorare in un’azienda che si occupava di smaltimento rifiuti, e lui gli aveva sempre creduto.
Non poteva immaginare quanto quell’affermazione fosse lontana dalla verità.
Un giorno di settembre Kenny si recò, come ogni mattina, alla Jefferson City Hight School, a solo qualche isolato di distanza da casa. Al termine delle lezioni, senza un preciso motivo, decise di far visita a suo padre. Non aveva mai visto dove lavorava, e quel giorno avrebbe finalmente saziato la sua curiosità. Conosceva l’indirizzo perché lo aveva sentito dire da sua madre, ma non sapeva neanche come era fatta una fabbrica di smaltimento rifiuti.
Dopo una breve camminata, raggiunse, zaino in spalla, Kennedy Street, una delle vie principali della città. In fondo allo stradone intravide un fabbricato risalente, a prima vista, a qualche decennio prima. La proprietà era delimitata da un’enorme recinzione; una scritta campeggiava sopra il cancello d’entrata: ‘Smaltimento Rifiuti C&C Inc’. Il cancello era socchiuso, quindi Kenny entrò aprendolo del tutto, non sapendo precisamente cosa aspettarsi.
Varcata la soglia, il ragazzo rimase notevolmente impressionato da quello che vide davanti a sé: un’enorme montagna d’immondizia giaceva in fondo allo spiazzo, che ospitava anche due grandi capannoni. A prima vista poteva sembrare una banale discarica, ma non lo era. Passeggiando tra i rifiuti, intravide, poco distanti, due uomini entrare in uno dei capannoni. Non sembravano avere una bella cera. Certo di trovare suo padre lì dentro, si diresse a passo svelto verso la piccola porta d’entrata, sicuro di fargli una bella sorpresa. La sua visita, però, fu più inaspettata di quanto credesse.
Entrato nell’edificio, la sua attenzione fu subito colta dal suono rimbombante di alcune voci, riconoscendo immediatamente quella appartenente a suo padre. Seguendo le voci, giunse ad una porta con un’etichetta attaccata sopra che recitava: Jerry Portland. Probabilmente si trattava del suo ufficio. La porta aveva un vetro oscurato attraverso il quale s’intravedevano le sagome di tre uomini. Uno di loro, seduto sulla scrivania, lo riconobbe come suo padre. Kenny portò la mano sulla maniglia con l’intenzione d’entrare, quando fu interrotto da una frase pronunciata proprio dal signor Portland. «Ti devo forse ricordare il tuo giuramento? Questo non è uno scherzo, è una cosa seria…» disse rivolto all’uomo di fronte a lui. «Lo so» rispose l’altro. «È solo che non posso continuare così… mia moglie… la mia bambina…». La voce sembrava alquanto turbata. Kenny continuava ad ascoltare, senza capire il contesto di quel discorso. «Questa è la tua famiglia» puntualizzò Jerry. «Non puoi abbandonarla. Se ci tieni a tua moglie e a tua figlia farai sicuramente la scelta giusta». L’uomo, tremante, col cappello stretto in mano, decise di affrontare il suo capo. «Non posso, ho già promesso a Lynda…» «Vedo che hai preso la tua decisione» lo interruppe secco Jerry, «e ti rispetto per questo. Sei sempre stato un uomo d’onore…» L’uomo, visibilmente sollevato, ringraziò il signor Portland. «… ci macherai» concluse in tono freddo. «Co… cosa…» farfugliò l’uomo, riprendendo a tremare come una foglia sollevata dal vento. «No… non puoi…» Un istante dopo, Jerry Portland, estrasse una pistola dalla cintura, e dopo averla rivolta verso l’uomo, gli sparò un colpo in volto, uccidendolo e facendo cadere il corpo inerme sul pavimento. «Fallo sparire!» ordinò all’uomo vicino a sé, riponendo la pistola. Kenny era rimasto allibito. Non poteva credere a cosa aveva appena visto. Quel giorno capì finalmente che genere di rifiuti smaltiva la fabbrica del padre.
L’esperienza avuta da ragazzo, condizionò la vita di Kenny Portland. In meglio. Ad appena vent’anni, poteva vantarsi di essere divenuto il più giovane capo della storia di tutta la famiglia Portland. Mai nessuno aveva fatto così tanta carriera in così poco tempo. Molti affiliati, ovviamente, attribuirono a tale successo il fatto che fosse il figlio del boss. Jerry però sapeva di dover istruire il figlio, che un giorno avrebbe preso in mano le redini della più vasta organizzazione criminale a stampo mafiosa di tutto il Wisconsin. E fu proprio così.
Dopo la morte del padre in seguito ad un attentato da parte di un clan rivale, era stato promosso a boss, e nonostante la giovane età, aveva gia molti omicidi sulla coscienza. Kenny Portland, però, non badava tanto ai suoi sentimenti, preferiva di gran lunga la bella vita che la malavita organizzata gli offriva. Tutto questo, però, sarebbe finito molto presto.
Dopo aver portato sotto il suo controllo altre due famiglie minori, Kenny Portland aveva ormai tutto quello che un uomo poteva desiderare: denaro, donne e successo. Il declino, però, si sa… è sempre dietro l’angolo.
Gli agenti Bitter e Potara avevano sempre portato a termine le missioni che gli erano state incaricate. Quella volta, però, andarono vicino al fallimento, in quanto il soggetto da recuperare era un pericoloso boss mafioso, protetto come un capo di stato. Gli investimenti fatti dal S-7 di MADHOUSE, furono però anche quella volta ripagati, quando videro i loro due agenti tornare con un nuovo ospite. La famiglia mafiosa Portland era stata ‘decapitata’, per il bene della scienza. Kenny era l’ultima cavia necessaria per dar via al progetto.
Finalmente, il SETTORE-7 di MADHOUSE, era pronto a riscrivere la storia.